Buongiorno Pietro, mi scusi se d’istinto la chiamo col Suo nome di battesimo, ma dopo aver letto le dispense dell’introduzione all’approccio capacitante del corso online, mi è proprio venuto spontaneo pensarLa e ringraziarLa così. Mi sembra che col proprio nome si arrivi dritto all’essenza più vera della persona, di tutte le persone, al di là delle identità molteplici, come ci ha insegnato.
Devo dire che in un primo momento mi sono stupita di non trovare una classica video lezione, ma parole scritte. E mi sono subito fatta mille domande sulle differenze tra parola scritta e parlata, in ognuno di noi come nei malati. Ma poi ho apprezzato rimanessero ferme su un foglio pronto a essere consultato all’occorrenza. La felicità delle parole, è un concetto che sento affiorare ogni volta che mio padre “chiacchiera” o spiega o ricorda o commenta.
Grazie, volevo Le arrivasse ieri, in occasione della giornata Alzheimer, ma non ho fatto in tempo.
Mi ha aperto a un mondo nuovo! Ci ho messo molto tempo a studiare il dossier, perché implica proprio un cambiamento nel modo di pensare, agire e ascoltare.
Interessante.
L’avvio della valutazione di ciò che possa favorire lo sviluppo fluente di una conversazione con chi è affetto da demenza, può costituirne la base per restituire al paziente un suo motivo costruttivo, logico-relazionale, che possa aiutarlo a ricongiungersi, al di fuori del suo mondo possibile, con quello degli interlocutori. E’ necessario svilupparne una tecnica che possa essere efficace anche nel corpo centrale della conversazione, quando il paziente ha acquisito la direzione del motivo narrativo, ampliandone le argomentazioni, e rendendolo complesso per l’interlocutore.